Presentazione del volume "Il treno del Nord"

Locandina Scalzo Mazzetti
Istituto storico di Asti.

20 maggio 2016, ore 17,30

Palazzo Mazzetti, Corso Alfieri 357 - Asti.

Presentazione del volume

Il treno del Nord
Storia di un emigrato in Belgio

di Francesco Scalzo

Presentano:
Mauro Forno, Presidente Israt; Giada Baldi, dottoranda in Storia contemporanea all'università di Torino;
Giuseppe Virciglio, psicologo Dirigente AslTo1.

Francesco Scalzo è nato nel 1927 a Valguarnera (EN): suo padre era rientrato dall'Argentina senza successo, aveva aperto una macelleria in paese e lo aveva tolto dalla scuola in terza elementare per fare la guardia di un gregge di qualche decina di pecore e qualche capra. Testimone dell'invasione alleata del 1943 e della fame dell'immediato dopoguerra, Francesco sceglie la carta dell'emigrazione nel 1946 prima in una miniera francese di Valencienne, poi in quella belga di Seraing (Liegi), trasportato dalle maree di una disperata ricerca di lavoro e di libertà, ma con una irriducibile consapevolezza della propria dignità e del proprio bisogno di verità. Scopre la fierezza di rifiutare il lavoro per contrattare le proprie condizioni insieme con la squadra dei compagni, sopravvive a un grave incidente in miniera, si impegna nell'azione sociale e culturale. Promuove l'unità degli emigrati oltre i confini dei nazionalismi e dei recinti ideologici; la sua fede cattolica tradizionale entra in crisi nello scontro con la “modernità” e il Concilio Ecumenico Vaticano II; supera crisi di coscienza e tragedie familiari. Ha tre figli (una ragazza e due ragazzi) ma in un incidente d'auto muore la moglie, ma i ragazzi reggono e lo sostengono finché si rendono indipendenti. Nascono i nipoti e i pronipoti. Riprende fiducia nella vita, si risposa, torna all'azione sociale, partecipa a un gruppo di ricerche storiche con i compagni di lavoro e con Anne Morelli dell'Università di Bruxelles scopre la pittura e il modellaggio, gli organizzano mostre. La sua testimonianza diventa un libro: Le train du Nord, pubblicato in francese dal gruppo di ricerche operaie, fino al momento della morte della moglie; poi gli aggiunge una seconda parte e lo ripubblica in italiano a proprie spese: conclude “non credo di aver mai fatto nulla straordinario: sono sempre il Francesco di una volta”.   Muore in Belgio il 12 settembre 2015.